La Confartigianato del Veneto invita “gli Assessori alla Sanità e all’Economia, Sviluppo, Ricerca e Innovazione (del Veneto) a farsi interpreti presso gli Enti competenti perché si possa giungere ad una rapida e positiva conclusione della procedura di approvazione dell’Accordo” sull’istituzione della figura professionale dell’odontotecnico.
A dir la verità la questione ha molteplici sfaccettature:
- anzitutto permane la tendenza tutta italiana a ipernormare qualunque aspetto del vivere civile.
- poi la perenne confusione tra titoli e competenze. Come se bastasse un titolo a rendere chicchessia capace di fare qualsivoglia servizio
- ma anche l’altrettanto perenne confusione su attività medica e non medica. Come se bastasse essere all’interno di uno studio dentistico per fare i dentisti. Oppure come se bastasse mettere le mani in bocca
- a tutto questo poi si aggiunge l’inveterata mentalità corporativa del nostro paese, per la quale tutto si giudica in base alla propria squadra
Basterebbe sgombrare il tavolo da troppi discorsi ammuffiti e ripartire da zero per giungere alla conclusione che in generale il valore dei titoli di studio andrebbe rivisto radicalmente e il problema non è se caio è o non è titolato a compiere la tale operazione, ma bensì CHI è responsabile di quella operazione.
Se ripartissimo non dalle procedure ma dalle responsabilità, sarebbe tutto molto più semplice e razionale.