Sul n.8 di DoctorOs (Ottobre 2014) il dott.Luigi Paglia se la prende con la “burocrazia fine e se stessa” concludendo con un invito affinché medici, odontoiatri e pazienti intraprendano una battaglia comune: “Meno burocrazia e più deontologia”.
Evidentemente non si può non essere d’accordo con il direttore scientifico della Fondazione Istituto Stomatologico di Milano.
Eppure, proprio perché l’accordo è scontato, ci terremmo a precisare qualche particolare.
Anzitutto a noi pare che tra organismi rappresentativi degli odontoiatri e burocrati si sia stabilita una alleanza tanto negata quanto nefasta: se l’esercizio professionale fosse meno complesso, se non dovessimo leggere ogni mattina il giornale per aggiornarci sui nuovi obblighi, se non avessimo bisogno del corso RSPP e Antiincendio, a qualcuno potrebbe anche passare per la testa, non sia mai!, di non rinnovare l’iscrizione all’associazione/sindacato di categoria. Se infatti i nostri rappresentanti democraticamente eletti si fossero da sempre coerentemente battuti contro la burocrazia inutile, credo che la battaglia l’avrebbero stravinta decine e decine di volte.
Ma il punto più importante è che non basta dichiararsi contro la burocrazia: si deve anche indicare un percorso. Ora, ci si consenta, il percorso potrebbe essere il seguente: passare da una prevenzione basata sul protocollo ad una basata sulla responsabilità.
Spieghiamoci: non c’è dubbio che lo scopo della legislazione sul lavoro è di prevenire incidenti e malattie professionali. Per far ciò decreti su decreti e modifiche su modifiche delineano percorsi non sempre chiari, a fronte dei quali è difficile essere certi di non incorrere in sanzioni per quanto si siano timbrate e firmate e protocollate tutte le carte. Poi succede che degli operai muoiano asfissiati da esalazioni tossiche o bruciati da ritorni di fiamma. Molto spesso (non sempre, va bene ma quasi sempre) le carte sono tutte a posto e occupano pareti e pareti di capienti uffici. Sarebbe molto semplice dire: da oggi le carte sono tutte abrogate, eccetto una che riporta il nome del responsabile! A me, ai parenti delle vittime e alla società in genere, non interessa nulla di quanti bolli siano stati applicati, a noi interessa CHI è il responsabile. Perché il responsabile paga. E non accampi scuse sulla procedura e sui sistemi di sicurezza. A nessuno importa nulla: se l’incidente è avvenuto, paga. Poi si può discutere se è il primo incidente o se è recidivo, se le inosservanza sono macroscopiche, se c’è impreparazione, inosservanza, negligenza, eccetera. Ma il punto non sono le carte, il punto è la responsabilità.
Altro esempio sono le autorizzazioni sanitarie. Lo scopo è chiaramente tutelare la sicurezza del paziente. Va bene. Ma onestamente, detto tra colleghi, cosa tutelano davvero? Quanti incidenti hanno sinora prevenuto? E chi ha fatto i controlli con quali competenze per poter dire di aver effettivamente migliorato la sicurezza dei nostri studi?
Caro dott.Paglia, ci consenta magnanimo queste chiose al suo condivisibilissimo editoriale.