Intervista al dott.Tomaselli a proposito della recente sentenza del TAR del Veneto che ha dato ragione al comune di Venezia che gli ha negato l’autorizzazione all’esercizio odntoiatrico.
D: Insomma, dott.Tomaselli, ha vinto il comune!
R: No, a dir la verità il TAR ha dato torto ad entrambi. Infatti mentre il comune sosteneva che gli studi dentistici hanno sempre bisogno di autorizzazione sanitaria e io che ne avevano bisogno solo se effettuavano prestazioni invasive, il TAR ha detto che i dentisti hanno bisogno di autorizzazione se effettuano prestazioni invasive (quindi ha dato ragione a me) ma il fatto che io effettuassi prestazioni invasive lo si poteva desumere dal possesso di un apparecchio radiografico e dalla dicitura della targa (specialista in Odontostomatologia), dando quindi torto a me senza tuttavia dare ragione al comune. Ora, a parte che si tratta di un falso materiale perchè, per ragioni lunghe da spiegare, nel momento in cui il comune mi ordinò la chiusura il radiografico non era attivo, in realtà la sentenza crea problemi soprattutto al comune.
D: In che senso?
R: Nel senso che appena avuta notizia della sentenza ho comunicato al comune che lo studio lo avrei immediatamente riaperto senza utilizzare l’apparecchio radiologico e cambiando la dicitura della targa. A questo punto il comune ha un bel problema! Perchè o mantiene la sua posizione precedente e mi intima nuovamente la chiusura, per cui io rifarei appello al TAR, ma allora il TAR per non smentire la propria sentenza dovrà dare torto al comune, oppure prenderà atto e non interferirà ulteriormente. Dal punto di vista della professione, cioè degli odontoiatri, questa seconda ipotesi è ovviamente un autogol, ma la colpa è tutta dei dirigenti dei nostri organi di rappresentanza.
D: Perchè un autogol?
R: Perchè di fatto questo tipo di studio dentistico (che lavora senza apparecchio radiografico, di cui non si dice nulla se debba avere ulteriori requisiti come la sterilizzazione, e con titoli di studio di livello inferiore e non ulteriormente specificati) lo conosciamo molto bene ed è il tipico studio di abusivi. Cioè questa sentenza invita all’apertura selvaggia di studi che lavoreranno senza alcuna strumentazione e con la copertura di igieniste o odontoiatri laureati in Spagna.
D: Ma cosa c’entrano i rappresentanti degli odontoiatri?
R: I nostri rappresentanti, sindacali, associativi, ordinistici, nessuno escluso, non hanno capito nulla di cosa stava succedendo e hanno dormito alla grande. Di fatto la normativa sull’autorizzazione ha imposto la chiusura o impedito l’apertura di tanti, tantissimi studi dentistici (con il risultato che i tanti odontoiatri sono stati assorbiti, schiavizzati, dalle cliniche low cost) ma non ha impedito in nulla l’apertura nè di cliniche low cost nè di abusivi con rispettivo prestanome. Posso ovviamente documentarle tutto questo alla virgola ad esempio per l’Ordine dei Medici di Venezia: pensi che quando ero presidente avevamo approvato una mozione con la quale l’Ordine si impegnava a coprire le spese legali in relazione a qualunque contenzioso riguardo problematiche autorizzative. Quando ho fatto ricorso al TAR ed ho esposto al mio successore la situazione, la risposta è stata: I TEMPI SONO CAMBIATI. Certo, i tempi sono cambiati, perchè sono cambiate le persone!
D: Quindi lei pensa che per il futuro lavorerà senza radiografico e tacendo sui suoi titoli di studio?
R: ma neanche per sogno! È evidente che la sentenza del TAR non tiene conto di tutta la giurisprudenza nazionale ed europea! L’apparecchio radiografico è un ausilio diagnostico, non una terapia e comunque era già chiaro nel TULS del 1939 che la radiodiagnostica non è invasiva! Ci sono poi sentenze che, entrando nel merito, chiariscono che l’implantologia normalmente praticata negli studi dentistici non deve essere considerata invasiva, e a Venezia definiscono invasiva l’endodonzia? La quale endodonzia si effettua sotto diga, quindi in pratica fuori dalla bocca! E poi vai a dire ad un parodontologo che deve fare igiene senza radiografico. O ad un ortodontista che non può fare una lastra per sapere se sotto il deciduo c’è il permanente. A meno di non tornare ad una vecchia lista che girava in Regione Veneto per la quale l’estrazione di un deciduo è terapia invasiva, per cui tutte le mamme vanno denunciate per abusivismo! E poi la targa…
D: La targa?
R: Ma si, il possesso di un titolo di studio è la condizione per cui un cittadino può avvalersene, può rendere noto al pubblico il proprio corso di studi. Non è una dichiarazione di attività! Non ci vuole una laurea per capirlo.
D: Quindi?
R: Quindi al momento esercito senza apparecchio radiografico e senza scrivere che sono specialista in Odontostomatologia e aspetto le mosse del comune. La assicuro, con una gran risata a fior di labbra.
D: Immagino, il comune è tra Scilla e Cariddi. E dopo?
R: nel frattempo, appena terminata la pausa estiva, presenteremo ricorso. Sono convinto che la battaglia sia già vinta, di fatto il TAR ha predisposto le carte in modo da vedere annullata la propria sentenza. Ma per questo vedremo.
D: Ci tenga aggiornati allora.
R: Con gran piacere.