Uno dei principi della Slow Medicine è che “fare di più non significa fare meglio”. Non è l’unico, il vero fondamento della slow medicine è vedere ogni intervento nella prospettiva del paziente e quindi adattare la terapia ai suoi ritmi che non sono quelli della società dei consumi e del profitto. Alla fine è evidente che il rispetto delle caratteristiche dell’utente, in ogni settore, comporta un adattamento migliore del prodotto/servizio offerto alle attese dello stesso, un costo minore, una maggiore efficacia ed una maggiore efficienza.
Il problema è che non è facile dire quali siano esattamente le caratteristiche di questo servizio/filosofia, ogni volta che si tenta di dare qualche elemento, subito qualcuno ne approfitta e usa quella etichetta/procedura per perseguire comunque il massimo profitto per sé.
La SidCO (Società Italiana di Chirurgia Orale) e la SIPMO (Società Italiana di Patologia e Medicina Orale) hanno organizzato un meeting a Messina un paio di mesi fa alla ricerca di “linee guida” conformi a questa ottica. Continua a leggere