Con il 2021, nel
pieno della seconda ondata del Sars-Cov2, entrano in vigore alcune
modifiche circa la spedizione dei dati delle ricevute sanitarie da
parte degli operatori sanitari.
Di fatto il primo
segno del ritorno alla normalità, e non sai se essere contento o
imprecare!
Pubblichiamo di seguito alcune riflessioni del dott.Emilio Archetti, candidato al consiglio provinciale dell’Ordine dei Medici di Brescia. Il dott.Archetti solleva molti interrogativi sul modus operandi dell’Ordine dei Medici, tra i quali la sua rappresentatività e le regole democratiche. Ci auguriamo che il dott.Archetti abbia la soddisfazione che merita, ma anche che le tematiche da lui sostenute vengano comprese.
Omceo brescia Elezioni
2021/2024
CANDIDATURA
SINGOLA ALBO MEDICI dott. ARCHETTI EMILIO
Desidero proporre ai Colleghi la mia candidatura, in contrapposizione ad una oligarchia che si perpetua ormai da troppo tempo, in violazione di principi costituzionali ed esprimente una operativita’ gestionale della Professione inconsistente e parzialmente concludente. Proprio a supporto di quanto espresso, ed escludendosi una ostilita’ inutile e preconcetta, polarizzo l’attenzione su alcuni temi.
Ma basterebbe guardare i numeri per togliersi tutti i dubbi.
Il covid-19 è un virus respiratorio ad andamento stagionale. Mantenere distanze e mascherine in estate è idiota. Così come è idiota non sapere che ne riparleremo in dicembre.
Gli studi dentistici non sono a rischio di contagio per le malattie respiratorie. Quindi neppure per il covid-19 il quale non è altro che il quinto coronavirus endemico (da quest’anno) nella nostra specie.
Non lo sono o perlomeno non dovrebbero esserlo.
Tuttavia la notizia che alcuni studi hanno chiuso e rifiutano di effettuare urgenze o effettuano un triage telefonico invitando i pazienti con sintomi suggestivi di infezione covid-19 a non presentarsi, ci fa venire qualche dubbio.
Al presidente della Commissione Albo Odontoiatri
della provincia di Venezia
Via Mestrina 86 30172 Mestre -VE
Gentile Presidente
La ringrazio per la Sua mail del 20 marzo u.s. a proposito della temibile pandemia covid-19. Mi permetto in questa occasione di farle osservare quanto segue:
Leggiamo sulla pagina di una azienda di consulenza:
È ormai assodato, invece, che il contagio da COVID-19 non rappresenta un rischio biologico di natura professionale e pertanto non occorre effettuare la valutazione del rischio biologico, fatto salvo il caso dei laboratori di analisi e degli operatori sanitari e similari. Infatti, tale valutazione è richiesta solo per quelle attività ove, all’interno del processo lavorativo, sono deliberatamente introdotti gli agenti biologici (qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni).
Fin dalla prima comparsa del virus in Cina ho sostenuto un punto di vista che attualmente, a posteriori, sembra vicino a quello di Boris Johnson, primo ministro inglese. L’infezione non si può fermare ma governare.
La mia tesi, esposta molto prima che fosse resa nota la posizione del governo inglese, è che dovremmo favorire il contagio di quelle fasce di popolazione a rischio basso o nullo in modo da diffondere una immunità che rallenti o impedisca la diffusione del virus.