Dunque, riepiloghiamo:
C’è un rischio. Cioè c’è una probabilità moltiplicata per un pericolo. La probabilità di contrarre una malattia per la gravità della malattia contratta.
C’è una prevenzione, il cui costo deve essere proporzionale al rischio.
La Legionella è un batterio che può provocare una malattia discretamente grave (ne avevamo già parlato qui e qui e qui e qui ).
Ma la probabilità di contrarre tale malattia in uno studio dentistico è inferiore ad una ogni milione di contatti. Per stare larghi, ma se consideriamo che in Italia il 50% della popolazione va dal dentista almeno una volta l’anno e che al momento c’è un solo caso documentato di infezione in uno studio dentistico, la probabilità è inferiore ad una ogni qualche centinaio di milione di contatti.
Perciò, anche tenendo presente tutta la gravità dell’infzione da legionella, una prevenzione specifica ha senso se ha un costo inferiore ad un euro l’anno. Anche così sarebbe troppo, perchè comunque significherebbe un investimento di centinaia di milioni di euro per prevenire forse nessun caso.
Finalmente qualcuno ci ricorda questi semplici calcoli (leggi qui). Ringraziamo il dottor Sandro Sanvenero di La Spezia, segretario della Commissione Albo Odontoiatri della Fnomceo.