Devitalizzazione o Impianto?

Bufale Dentali – 03

Passeggiando in rete si trovano spesso vere e proprie bufale: segnalatecele. Penseremo noi a fare una ricerca.

Ci possono essere differenze di vedute tra colleghi che però sono utili per evidenziare differenze di approccio filosofico alla salute dentale.

I colleghi peraltro eccellenti postano sul loro sito il caso di un paziente che si reca da loro per un dolore in basso a destra.

Il collega fa una radiografia e trova una grande carie in parte sotto gengiva per cui consiglia l’estrazione e l’impianto.

All’osservazione che il dente si poteva salvare sicuramente devitalizzando la radice anteriore e togliendo la radice posteriore, il collega riporta due studi ( Setzer FC et al, Outcome of Crown and Root resection: A Systematic Review and Meta-analysis of the Literature, J Endod 2019; 45: 6-19 e Dooneward et al How do peri-implant biologic parameters correspond with implant survival and peri-implantitis? A critical review Clin Oral Implants Res 2018 ;29(18): 100-123 ) i quali dimostrerebbero che gli impianti hanno percentuali di sopravvivenza superiori ai denti rizectomizzati.

Punto percentuale in più o in meno, questi dati sono noti, quel che sorprende è la loro interpretazione.

Dunque, semplifichiamo un poco e ragioniamo. Le ipotesi sono due:

  • teniamo il dente N, il quale avrà la probabilità di andare bene (NP: mettiamo 85% a 5 anni) o male NN (15% a 5 anni)
  • togliamo il dente e facciamo un impianto I, il quale può andare bene (IP 96% a 5 anni) o male (IN 4% a 5 anni)

Messa così sembrerebbe che convenga togliere il dente e fare l’impianto, perché le percentuali di successo di IP sono superiori di quelle di NP.

Ma ragioniamo: che differenza c’è tra NP e IP a 5 anni? Sicuramente i denti devitalizzati e mantenuti sono migliori degli impianti, per cui nell’85% dei casi NP > IP.

Nel 15% dei casi il dente va male, contro solo un 4% degli impianti, per cui si potrebbe dire che l’impianto è meglio di un dente nell’11% dei casi, cioè (IP – IN) > NN.

Ma ai denti NN a 5 anni cosa succede? Che si toglie il dente e si fa l’impianto. Ma la situazione dopo 5 anni qual sarà? Che gli impianti fatti 5 anni dopo sono sicuramente migliori (avete un’idea di che differenza ci sia tra un’auto o un cellulare nuovo e un’auto o un cellulare di 5 anni? E i denti lavorano 24h/24, non qualche ora soltanto, con forze di 70-80 kg, etc etc).

Perciò anche i denti NN dopo 5 anni > (sono migliori) IP di cinque anni prima.

Fin qui perciò abbiamo detto che sia NP che NN sono migliori di IP. Scontato che siano anche migliori di IN. Ma non tanto scontato: il fallimento di un dente è molto meno grave del fallimento di un impianto! La perdita di un impianto di solito comporta la perdita di molto più osso della perdita di un dente. Perciò non solo NP e NN sono > di IN, ma addirittura NP e NN >> (sono molto migliori) di IN.

Questo il ragionamento riguardo all’opportunità di trattare un dente oppure di estrarlo per fare un impianto.

C’è però un ulteriore aspetto da discutere: l’aspetto grave della situazione esposta è stato quello di non aver fatto radiografie ai controlli?

Ma neanche per sogno!

L’aspetto grave è stato quello di non aver passato il filo interdentale?

Il filo interdentale è il miglior strumento di prevenzione e di diagnosi delle carie interprossimali. Anche ammesso che l’esecuzione di RX periodiche avrebbe potuto prevenire la devitalizzazione e/o la perdita di quel dente, rimane che non cogliere il punto centrale (uso del filo interdentale) non migliora in alcun modo la coscienza preventivologica del paziente.

In conclusione: se nel caso specifico si dovessero o meno fare radiografie annuali o biannuali o su richiesta, è una valutazione relativa sotto la responsabilità del curante. Il filo interdentale no, non è una valutazione relativa ma una indicazione assoluta.

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