Una convenzione è un accordo tra un soggetto A con un fornitore B il quale si impegna a praticare agli iscritti aa di A un determinato sconto.
Sembrerebbe un modo per risparmiare ma è un errore di prospettiva.
Infatti se B fa uno sconto X va da sè che B ha un margine di X+K. Perciò i convenzionati aa dovrebbero domandarsi:
- c’è forse una qualche convenzione più vantaggiosa di quella stipulata da A? Se si conviene a loro chiedere a B lo stesso ulteriore sconto minacciando altrimenti B di lamentarsi con A e di annullare la convenzione.
- in ogni caso se B ha un margine di X, che cosa gli impedisce di praticare a tutti i cittadini potenziali pazienti lo stesso sconto della convenzione A? Infatti, anche ammesso che gli iscritti A siano tantissimi, sicuramente i non-A sono molti di più, per cui fare lo sconto ad A e un prezzo maggiorato a non-A significa perdere tutti i non-A. Se poi un paziente non-A, magari paziente di B da 10 o 20 anni, venisse a scoprire che B fa uno sconto X ad A e non lo fa a lui, immaginatevi un po’ la frustrazione e le lamentele. Alla lunga B ha una e una sola possibilità: praticare a tutti i suoi pazienti, convenzionati e non convenzionati, lo stesso sconto se non vuole perdere gli uni e gli altri..
- ma A, che si è smazzato per ottenere la convenzione, l’ha fatto per il puro gusto di essere utile? Neppure il cane agita la coda per nulla, per cui è possibile che anche A trovi il proprio tornaconto. Tornaconto che verrà pagato da chi se non dagli iscritti “aa” alla convenzione A?
- epperò tutta l’attività di tira e molla tra convenzionati e non convenzionati, tra prezzi pieni, prezzi scontati e più scontati, qualcuno dovrà pur pagarla. E ancora una volta, per quanto aumentino coloro che ci guadagnano, chi paga è sempre uno solo: il paziente.
- ma alla fine, facciamo l’ipotesi che tutto vada per il meglio: A si dà da fare per pura filantropia, B lo trova irresistibilmente simpatico e per qualche ignota ragione gli fa un vero sconto, nessuno si lamenta: ma il paziente alla fine risparmia? Risparmierebbe se non gli si dovesse mettere in conto in ogni caso quell’attività connessa con la convenzione, il tempo passato per stipularla, per calcolare lo sconto, per la contabilità separata, per i moduli e i contro moduli e via disperando.
Ecco perciò un consiglio spassionato: cari pazienti, confrontate pure i prezzi, indagate magari anche la qualità che non fa male, ma non fidatevi in nessun caso di chi vi promette sconti e convenzioni perché voi (o chi per voi) gli state irresistibilmente simpatici. Le convenzioni sono affari come gli altri, qualcuno ci deve pur guadagnare sopra e quel qualcuno lo pagate voi!
purtroppo moltri credono ancora che i film di fantascenza siano reali salvo svegliarsi brutalmente ributtati nella realtà “reale”. Tiriamo avanti
Il principale scopo delle convenzioni e attirare i clienti, sia per A (persone contente che A li offre delle convezioni), che per B (nuovi pazienti per pensano di risparmiare). Però, come detto sopra, non è il cliente quello che guadagna, ma quelli che hanno organizzato questo gioco, A e B.
Lo specialista che offre una convenzione lo fà come investimento e quindi riduce il margine di guadagno a fronte di un paziente/cliente che altrimenti non avrebbe. Tra l’altro il vostro sito sta diffamando strutture importanti come quella del circuito amica card associando un logo di un circuito importante ad un articolo che distorce profondamente la realtà dei fatti e generalizza.
Caro Ciro lei dimostra di non aver letto o non aver capito l’articolo che ha commentato. Ma se, eventualmente, riuscisse a spiegarci in cosa esso articolo distorce la “realtà dei fatti”, ne saremmo entusiasti. Cordialità.