Un recente articolo sul British Dental Journal (British Dental Journal 212, E17 (2012) Post-implant neuropathy of the trigeminal nerve. A case series. T. Renton, A. Dawood, A. Shah, L. Searson & Z. Yilmaz, purtroppo a pagamento: c’è ancora la cattiva abitudine di far pagare la cultura e la ricerca) evidenzia che su 30 casi di lesione del nervo alveolare inferiore in corso di intervento implantare, solo 3 (il 10%) è stato sottoposto a CBCT prima dell’intervento, 15 sono stati sottoposti a OPT, agli altri solo una radiografia intraorale.
La Rx postoperatoria ha evidenziato nel 44% dei casi contiguità con il canale alveolare, 20% di protrusione e 20% di attraversamento dello stesso. In un caso non c’era contiguità tra l’impianto e il canale alveolare, per cui si sospetta l’anestesia.
Ora, alcune considerazioni:
- ma come si fa a fare un impianto dietro il forame menoniero senza una TAC? Boh, forse è la sanità inglese che vuole risparmiare.
- come si fa a lasciare un impianto che protrude nel canale alveolare o che addirittura lo attraversa? Se proprio non si fa la TAC prima o se si ha qualche sospetto durante, come si fa a non fare una RX dopo e a tirare su l’impianto? Boh, forse la fretta? (vedi sopra)
- ma anche ammesso che non si faccia la TAC prima, anche ammesso che nel dubbio non si faccia la Rx dopo, come è possibile che per inviare il paziente con una anestesia/parestesia ad un neurochirurgo il 70% ci metta più di sei mesi?
Questo per quel che riguarda prassi cliniche del Regno Unito che a noi, italiani e Slow Dentistry in particolare, paiono strane.
Ma a prescindere, resta il fatto che comunque almeno un paziente riferisce una lesione nonostante non ci sia alcuna contiguità con il nervo. Perciò è importante che il paziente sia informato del rischio che anche una perfetta chirurgia può lasciare esiti neurologici permanenti. Il rischio non sarà mai zero. Bisogna saperlo e ricordarlo. Purtroppo.