Siamo entusiasti di aver avuto questa notizia: i professionisti sanzionati in un paese della Comunità Economica Europea, non potranno esercitare neppure negli altri paesi. La relatrice Bernadette Vergnaud presenterà infatti una proposta di direttiva al Parlamento Europeo che prevede una card elettronica con tutti i dati degli esercenti le professioni riconosciute nella UE e che prevede anche la norma citata.
Particolare di cui tenere conto: le professioni interessate dalla direttiva sono quelle riconosciute in tutta Europa e cioè: medici, dentisti, farmacisti, infermieri, ostetrici, veterinari e architetti.
Ora, a noi fa piacere, ovviamente, che i delinquenti che vengono sanzionati da una parte non possano andare a fare danni altrove, anzi ne siamo entusiasti.
Ma cos’è allora che ci rode? Almeno tre cose:
- che il procedimento disciplinare sia ancora competenza dell’Ordine di iscrizione. Perciò in base alla normativa sulla libera circolazione (che questa direttiva dovrebbe appunto favorire) un dentista potrebbe appunto essere iscritto in Olanda e lavorare in Italia. Con la conseguenza che ben difficilmente si potrà istituire in Olanda un procedimento per violazioni in Italia.
- eppoi che le professioni non riconosciute non siano sottoposte a tale rigoroso controllo. Facciamo un esempio a caso? Le igieniste. Costoro potranno tranquillamente lasciare il paese nel quale sono state interdette (ma abbiamo appena ragionato che ben difficilmente una igienista può essere sanzionata in Italia) può tranquillamente passare il confine e continuare a delinquere!
- che la logica della direttiva alla fine è favorire la libera circolazione della “mano d’opera”, per cui è pensata non per de-burocratizzare, semplificare e/o razionalizzare l’esercizio professionale, ma per fornire ai centri low-cost quella manovalanza che, talvolta, in situ non trovano!
Bene, avanti così allora e, come diceva un eroe della Resistenza: Allegria!