L’uomo è animale gregario, si sa, e tende a conformarsi alle idee dominanti nel proprio contesto. Ma “tende” non significa che lo faccia sempre nè che sia obbligato a farlo sempre, come le formiche che seguono sempre quella davanti.
Il benessere e il progresso della società nell’insieme anzi è in proporzione alla libertà di pensiero dei cittadini.
Riguardo la faccenda del contenzioso è penoso ascoltare e leggere sempre le solite frasi fatte anche quando i dati stessi portati per supportarle dicono il contrario. Ad esempio, in questo articolo su Odontoiatria33 il collega, peraltro molto in gamba, Davis Cussotto, sviluppa il seguente ragionamento:
- negli USA ogni dentista finisce in tribunale per malpratica in media una volta nella propria vita professionale
- il risarcimento medio per il paziente è di 65 mila dollari
- la condanna in genere consegue al non aver seguito le linee guida, le quali però NON esistono e vengono fatte nei tribunali dai periti!
- per evitare il contenzioso bisogna comunicare con il paziente
Ora: il panorama USA assomiglia molto a quello italiano, per cui non abbiamo difficoltà a fare la considerazione che se un dentista in trenta anni di attività va in tribunale una volta, ciò non significa che non comunica con i propri pazienti, ma che c’è una eccezione. Poichè natura non facit saltum pare difficile credere che una persona lavori bene su trentamila pazienti (mille pazienti all’anno per trenta anni) e in uno, uno solo provochi danni da 65.000 (sessantacinquemila) dollari! E che questa situazione così anomala si ripeta con tale costanza da poterci addirittura fare statistiche!
Persone con i neuroni connessi devono supporre che ci sia qualche altro fattore molto più costante a spiegazione di questo fenomeno. Facciamo qualche ipotesi:
Ipotesi uno: in realtà non tutti i dentisti vanno in tribunale una volta, ma il 10% ci va dieci volte. OK, mi sembra più plausibile e forse sarebbe da indagare.
Ipotesi due: il fattore costante non va cercato nella media di cause per dentista, ma nella media di cause per odontologo forense. Facciamo una indagine su quante cause segue ogni odontologo forense e quanti risarcimenti garantisce ai propri clienti e forse avremo trovato quella costante sulla quale sola si possono fare discorsi scientifici.
Facciamo pure una via di mezzo tra le due ipotesi, resta il fatto che questa situazione rappresenta un danno per tutti i dentisti: sabato 12 ottobre a Venezia In Salute, occasione di incontro organizzata dall’Ordine dei Medici di Venezia, il direttore generale dell’ALS 13 di Mirano dott.Gino Gumirato, metteva a confronto i costi della sanità USA con quella europea e mostrava come negli ultimi decenni la spesa sanitaria USA si sia impennata e abbia sopravvanzato di molto quella europea. È chiaro che un grande contributo a quella impennata è dovuto alla medicina difensiva e al peso delle assicurazioni.
Qui non è in gioco solo la tranquillità di vita del dentista, ma la salute dell’intera società che rischia di veder bruciare tutte le proprie risorse per le cure mediche se non blocchiamo questo circolo vizioso.
Il problema non è la comunicazione con il paziente (su trentamila pazienti può anche capitare di non aver voglia di chiacchierare con uno, o no? e non aver chicchierato significa aver fatto un danno da 65.000 $?). Il problema sono gli odontologi, quella sottospecie di professionisti che non sanno nulla, non sanno fare nulla, arrivano sempre troppo tardi e parlano male di tutto e di tutti! Se non mettiamo in atto un sistema che ne circoscriva i danni, siamo obbligati alla medicina difensiva, a fare dieci esami e dieci consensi informati prima di togliere un dente a ciascuno di quei 30.000 pazienti che non aprono alcun contenzioso, il che non impedirà a quello solo che lo apre di aprirlo comunque ma farà lievitare le spese e il costo delle assicurazioni per tutti e i pazienti, che non si possono permettere neppure le vacanza a Sottomarina, non potendo andare a curarsi in Croazia, rinunceranno definitivamente ad una vita minimamente dignitosa.
PS1: una prima linea difensiva potrebbero essere linee guida condivise. Purtroppo è un argomento difficile e si rischia che finiscano ad occuparsene i soliti tromboni, i quali l’odontoiatria l’hanno vista una volta di lontano sui libri e mai nella pratica.
PS2: una seconda linea difensiva potrebbero essere giudici che facciano il proprio lavoro. Ma, come diceva un pubblico ministero veneziano, tra i giudici gira questa battuta sulle perizie dei tecnici d’ufficio: “voi periti scrivete cose bellissime e interessantissime; peccato non avere tempo per leggerle!”
PS3: una terza linea difensiva potrebbe essere un codice deontologico ad hoc per i medici legali. Un medico ha dei doveri verso il proprio paziente e può essere radiato se viene meno a questi doveri. Un medico legale ha dei doveri nei confronti della verità e dovrebbe essere radiato se non ha le competenze, le informazioni e l’onestà necessarie per descrivere, e di fatto non descrive, il fatto in modo veritiero.