Ecco la relazione del dott.Mele di venerdì 31 gennaio u.s. sull’evoluzione della normativa
sull’autorizzazione sanitaria nello specifico della regione Toscana (scarica pdf).
Va da sè che la relazione del dott.Mele si applica anche alle altre regioni italiane ad esclusione della normativa regionale specifica.
La differenza sta nella fantasia dei legislatori regionali i quali hanno ritenuto che la sicurezza dei cittadini italiani fosse da proteggere diversamente in una regione rispetto ad un’altra. Ma, a onor del vero, la differenza sta anche nei professionisti della salute, i quali hanno lasciato che funzionari regionali incompetenti pretendessero di organizzare la loro attività. Con il paradosso che quando i “verificatori” vanno a visitare gli ospedali o gli ambulatori pubblici, quasi sempre dovrebbero chiudere quelle strutture.
Ecco allora che si spiegano strane delibere regionali: in Veneto una delibera ha specificato che nella medesima struttura sanitaria possono coesistere anche attività non sanitarie, purchè siano fisicamente delimitate. Il genio che ha firmato tale delibera pensava ovviamente alle attività non sanitarie (il bar per fare un esempio) ospitate all’interno dell’ospedale all’Angelo di Mestre, ma di fatto ha legalizzato gli studi degli abusivi i quali hanno il laboratorio odontotecnico dentro l’ambulatorio dentistico!
Perchè quando lo Stato o la Regione fanno delle leggi o non le applicano alle proprie strutture, o adattano le leggi alle proprie strutture (e non viceversa). Al contrario i privati devono rispettare qualunque infinitesimo codicillo, per quanto palesemente infondato sia.
C’è molto da lavorare ma a mio parere siamo sula buona strada.
Faccio i complimenti al Dr Renato Mele per la impostazione della sua relazione che riesce a dare una buona sintesi sulla (triste) storia delle autorizzazioni degli studi odontoiatrici.
Bac